Esito shock della prova più attesa della serata pontina, un miglio per soggetti di due anni: vince Bombardino Pred, proposto dai books anche a 55/1, al tot ha pagato 94,52 volte la posta, sorprendenti sono stati anche i piazzamenti di Baby Bay King Tony e Boateng Jet, quest’ultimo addirittura a quota più alta del vincitore. Il portacolori della signora Anna Rosaria Panatta, seguito con tanta passione e dedizione da Antonio Iannaco, il “ maresciallo di Pontecagnano “, ha vinto di tutta la retta d’arrivo, realizzando una media di 1.18.0, ottima tenuto conto del fatto che la pista, al momento, non risulta particolarmente veloce.
Sorpreso, ma non troppo, il suo interprete Luigi Cuozzo: “E’ vero che ti ho detto di non aver aspirazioni per questo convegno ma, in fondo, una piccola speranza di poter ottenere un risultato positivo ce l’avevo. Non mi era dispiaciuto al debutto ed avevo suggerito di cambiare briglia. Proprio questa variazione ha generato un risultato sorprendente. Quando l’ho stappato, ai quattrocento finali, ha cambiato decisamente marcia, non c’è stato alcun bisogno neanche di sollecitarlo”.
Sarà contento l’ingegnere Biasuzzi, Bombardino Pred nasce da due targati “ Bi “: il papà è Pitagora Bi ( Valley Victory e Sharif di Jesolo in terza generazione, tramite Self Possessed e Guidara As ), la mamma La Fuente Bi ( Toss Out e Zafra Lb, in terza generazione Super Bowl e Arnie Almahurst ). Gli attesi Beware Nof, Blue Eyes Bar e Brancaleon Jet si sono eliminati in errore, l’ultimo vittima di un intralcio nelle fasi iniziali.
C’era attesa per il Torneo dell’Avvenire ed il successo dell’allievo Carmine Piscuoglio, alle guide di Vesuvio Fas, figlio e nipote d’arte, alla prima apparizione in corse aperte anche ai professionisti, ci ha portato con la mente al 1995. Era il 21 luglio quando il papà Vincenzo, anch’egli da allievo, vinceva le sua prime corse tra i prof, realizzando una doppietta a Pontecagnano, in sulky a Neutrolac e Nebony. Qualche anno più tardi, 1999, V.P. seppe imporsi proprio nel Torneo dell’Avvenire.
Non è giusto fare dei paragoni con il papà, non lo faremo più: crediamo sia un’incombenza, una responsabilità pesante che non ha senso affidargli, molto meglio consigliargli di rimanere umile come lo è stato fin’ora, ma i presupposti perché il giovane Carmine possa far bene ci sono tutti.
Diamo il giusto merito a Giuseppe Immobile, giovane professionista in evidenza già da qualche anno, che ha conseguito l’altra prova in programma , in sulky all’outsider Omero de Mura. L’amazzone Carmen Gelo, piazzata in entrambe le prove, ha preceduto Tommaso Gambino e Francesco Tufano, gli ultimi qualificatisi alla finale.